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 "Immaginazione e connessione
hanno reso l’uomo un essere speciale"

 

Money influence

Liberi di essere felici

  

La libertà in senso assoluto non esiste,  l’uomo per sopravvivere ha la necessità di relazionarsi con altri uomini. La relazione richiede un compromesso quello di interagire con l’altro, rispettando  le altrui  volontà.

In tal senso non potremmo mai essere liberi di agire in modo pieno, c’è sempre un compromesso da accettare essendo noi esseri umani “costretti” a  vivere in comunità. Del resto senza relazione non c’è individuo, è nella relazione con le altre persone  che si delinea la nostra individualità. 

Infatti sin dalla nascita, a differenza degli animali, l’uomo non dispone di istinti capaci  di superare gli ostacoli che la natura gli pone e per questo per crescere e maturare ha bisogno di un primo nucleo sociale semplice come la famiglia per imparare a camminare, a parlare, a formare conoscenze teorico pratiche e, successivamente, di un  contesto sociale organizzato più ampio  che gli dia la possibilità di realizzarsi. È grazie all'organizzazione familiare e poi a quella  più ampia delle  società che riusciamo a sopravvivere e a definire la nostra identità, il chi siamo.

La nostra dipendenza dagli altri diventa ancora più chiara proprio quando parliamo di identità. Essa non dipende esclusivamente dal nostro volere ma si forma nelle relazioni che instauriamo con i nostri simili, diventiamo ciò che gli altri vedono in noi. 

Se sei un medico dovrai assumere comportamenti da medico per essere accettato come professionista, se sei un calciatore dovrai rispettare le regole ed i comportamenti che la società prevedere debba avere un calciatore, anche un clochard avrà spazi di libertà che la società riserva a tali identità.

Insomma la nostra organizzazione in società più o meno evolute ci rende forti e capaci di sopravvivere alle più avverse difficoltà ma limita la nostra idea di libertà.

Potremmo dire, infatti, che la libertà non esiste ma resta in vita l’idea di libertà che ognuno di noi cerca di soddisfare senza mai riuscirci.

Un compromesso necessario che ha fatto dell’uomo il dominatore del mondo, l’essere capace di evolversi e adattarsi all’ambiente circostante più di ogni altro animale. Ma ciò si è riusciti a farlo in quanto non si è agito come singole e libere individualità ma come insieme di differenti identità organizzate con regole e restrizioni al proprio agire.  

Allora dobbiamo rassegnarci ad essere uomini prigionieri delle nostre società?

No! Se da un lato dobbiamo accettare che  l’idea di libertà assoluta  è impraticabile, soprattutto  quando siamo coinvolti in  relazioni sociali che  richiedono rispetto reciproco di regole preordinate, dall’altro dobbiamo pretendere che la stessa società sia organizzata affinché possa offrire  ad ogni suo membro la possibilità di essere felice, realizzando le proprie vocazioni.

In questa accezione l’idea di libertà che possiamo praticare è quella di ricerca della felicità.
Si è realmente liberi quando si realizza se stessi, quando la società di cui sei membro crea le condizioni per praticare le tue vocazioni.

In questo, gioca un ruolo importante la finanza nel momento in cui viene concepita come mezzo per raggiungere i nostri fini e non come fine ultimo dei nostri comportamenti.

Nella nostra società tendiamo a demonizzare la finanza in quanto ne facciamo un uso improprio o meglio abbiamo di essa un’idea sbagliata. Tendiamo a rincorrere il sogno della ricchezza come fine ultimo per essere  liberi,  mentre la ricchezza, che non è sempre un bene e mai un male, è solo il mezzo per realizzare le nostre inclinazioni, i nostri desideri, i nostri sogni. Ci sentiremo liberi quando saremo realizzati, felici di aver rispettato le nostre inclinazioni.

Ecco allora che la tanto decantata libertà finanziaria è un'illusione,non esiste.  Nessuna libertà può dipendere dalle nostre finanze se non indirizzata alla realizzazione dei nostri desideri. 

Potremmo essere dei  pluri-miliardari ma perennemente  infelici perché non capaci di soddisfare le nostre reali vocazioni. Potremmo essere ricchi ma schiavi del contesto lavorativo sociale, diventando in tal modo noi prigionieri della nostra ricchezza, di un’idea falsa di libertà, “i soldi ci rendono liberi” ma non abbiamo ancora capito da cosa.

Pertanto se l’unico spazio di libertà che possiamo praticare è quello di provare ad essere felici realizzando noi stessi nel rispetto della comunità in cui siamo calati, ecco allora l’importanza di rivedere le nostre esperienze finanziarie e dar vita a quello che nel precedente articolo, ispirandomi alla pratica terapeutica delle esperienza emozionali correttive (G. Nardone), ho battezzato esperienze finanziarie correttive.


Imparare con esperienze dirette a capovolgere le nostre credenze sul denaro

Se da un lato, come abbiamo detto sopra, le nostre relazioni sociali determinano la nostra identità, dall’altro noi possiamo praticare comportamenti ed esperienze  per dare valore alle nostre relazioni in modo da qualificare la nostra identità.

Mi spiego meglio.

Negli ultimi decenni la rivoluzione digitale ha permesso a molte aziende di  adottare una pratica invasiva di vendita capace di condizionare i nostri comportamenti.  Realtà come Amazon, Google, Netflix, etc. sono in grado di stimolarci in continuazione con le loro offerte spingendoci a spendere per bene e servizi che nella gran parte delle volte risultano poco utili alle nostre esigenze.

Spesso questi input continui tendono ad illuderci di farci apparire  differenti da ciò che siamo per il semplice fatto di possedere un oggetto, pertanto “devi  acquistarlo subito se vuoi migliorare la tua vita”!

Se a ciò aggiungiamo anche che la gran parte delle volte l’acquisto viene offerto in “comode rate mensili” il gioco è fatto!

Da un lato siamo persuasi di poter migliorare la nostra identità percepita per il solo fatto di possedere un oggetto (falso), dall’altro che il possesso dello stesso non peserà sulle nostre finanze in quanto si tratterà di una piccola spesa mensile (di nuovo falso).

 Lasciarsi trascinare da questa logica, assecondare tali esperienze, ci  spinge ad essere quelli che non siamo, comprando auto per apparire, cellulari per mostrarsi tecnologici, televisori sempre più grandi per impressionare i nostri ospiti e tutto questo in quanto abbiamo adottato un  comportamento finanziario distruttivo… indebitandoci con l'illusione che una piccola rata mensile non faccia mai male e riempiendoci di oggetti inutili per la puerile illusione che quegli oggetti facciano di noi persone migliori.

Insomma,  rinunciamo  alla nostra realizzazione e di conseguenza  perdiamo la nostra libertà,  si  diventa schiavi finanziari dei nostri acquisti. Non siamo noi a decidere quali vocazioni appagare ma seguiamo ciò che il contesto  ci stimola ad acquistare per apparire ed essere accettati per quello che non siamo e non saremo mai. Si inizia così pian piano a vivere una vita che non è più nostra. E più ci allontaniamo dalle nostre reali  vocazioni più cerchiamo nell'acquisto facile e continuo uno strumento di distrazione, distrarci dalla nostra prigionia.

Sentirsi liberi essendo incatenati

Come possiamo concretamente rispondere a questi attacchi?

Partendo da un principio fondamentale:

chi è libero non consuma beni ma utilizza beni per realizzare la propria felicità.

Passare dal consumo all’utilità di un bene richiede uno sforzo enorme per cambiare i nostri comportamenti sempre più condizionati dal contesto in cui viviamo che induce ad acquistare rapidamente e con estrema facilità tutto quello che viene proposto.

In questo,  di grande aiuto sono le esperienze finanziarie correttive, semplici correttivi, piccoli comportamenti che possono cambiare il senso della nostra vita finanziaria.

Iniziamo questo viaggio adottando due esperienze finanziarie apparentemente banali ma di fatto molto efficaci che ci permetteranno  di comprendere quanto la realtà possa essere differente da ciò che appare.

Prima esperienza finanziaria correttiva: procrastinare

Se l’attuale modello di consumo è fondato sul condizionamento costante, una spinta continua all’acquisto rapido, che fonda le sue radici sul colpire emotivamente il consumatore, arrivare alla vendita attraverso una partecipazione emotiva indotta, ecco che il comportamento da adottare per ridurre tale impatto è quello di eliminare la spinta emotiva all’acquisto attraverso la procrastinazione. Spostare nel tempo (tra 10, 15 o 30 giorni) ciò che si è deciso di acquistare oggi.

Quante volte è capitato, in un centro commerciale o anche “scrollando” siti on line, di essere convinti della bontà di un acquisto e di sentirsi pronti a farlo anche se molto impegnativo dal punto di vista economico?
Si!?
Bene proprio in quel momento dovete adottare la procrastinazione, bloccare l'acquisto e rinviare di qualche giorno l’operazione, noterete presto che molte delle scelte ritenute indispensabili non risulteranno più tali dopo una settimana, dieci giorni!

Perché?

Perché è scemata la  vostra partecipazione emotiva non siete più coinvolti emotivamente e lo stesso oggetto che prima appariva utile ai vostri occhi dopo non avrà più la stessa importanza.

L’esperienza della procrastinazione insegnerà che la gran parte degli acquisti non sono scelti ma indotti e che non sono orientati su beni e servizi realmente utili per la nostra realizzazione ma solo per appagare quella sensazione di “bisogno effimero” creato a tavolino e lasciato percepire come indispensabile agli ignari consumatori.

Ecco allora che le nostre abitazioni si riempiono di beni inutili, abbandonati o addirittura mai utilizzati. E questa costante “distrazione” dalle nostre reali esigenze, acquistando continuamente beni inutili,  non fa altro che impedire di realizzarci cadendo di conseguenza in uno stato di infelicità continua nonostante l’enorme quantità di beni disponibili.

E… più siamo infelici più rincorriamo il consumo effimero, un circolo vizioso   che può essere eliminato dall’esperienza finanziaria correttiva della procrastinazione.

Seconda  esperienza finanziaria correttiva: la rata intelligente

Altra esperienza importante da praticare è quella che prende spunto dal sistema stesso delle vendite a rate.

Negli ultimi decenni la vendita rateale ha rappresentato uno degli strumenti più efficaci per renderci disponibili beni al di fuori della nostra portata.  Essere in grado di comprare anche ciò che non ti puoi permettere continua ad essere una delle spinte emotive più forti che si utilizzano per vendere oggetti inutili alla nostra realizzazione.

Ma comprare a rate non è sempre sbagliato, come al solito la realtà  è un po’ più complessa di come appare, vediamo perché.

Se l'acquisto rateale è finalizzato ad uno strumento utile alla nostra realizzazione (come ad esempio un attrezzo che aiuta a migliorare il nostro lavoro o un corso che migliora la nostra formazione) allora la possibilità di ottenere subito quel bene attraverso un sistema rateale è un’occasione da cogliere.

Cosa ben diversa se, invece, utilizziamo il sistema rateale per il cosiddetto consumo effimero, quel consumo non utile alla nostra realizzazione (comprare un televisore più grande non cambia la nostra vita, lo stesso vale per l’acquisto  dell’ultimo modello di smartphone),  in questi casi il danno è duplice in quanto non solo con questi acquisti ci allontaniamo dal realizzare le nostre reali vocazioni, comprando oggetti inutili in tal senso,  ma stiamo anche impegnando parte delle nostre disponibilità finanziarie future.

Insomma, comprare a rate è un po’ come pignorare i redditi futuri, impegnando sin da oggi quelle che saranno le entrate avvenire, pertanto ogni volta che sottoscriviamo un contratto a rate dobbiamo considerare l’impatto che avrà sulle disponibilità finanziarie future.

Partendo da questa logica è possibile impiantare una seconda esperienza finanziaria correttiva, quella della rata intelligente, la rata che paghi a te stesso.

Idea semplice ma molto efficace, infatti potremmo ottenere un risultato sorprendente per le nostre finanza se ci abituiamo ad affiancare alle tradizionali rate per gli acquisti una nuova tipologia di rata, la più importante: la rata che premia te stesso, il tuo futuro, la realizzazione di un tuo sogno, di una tua vocazione. 

Iniziare  ad accumulare risparmio mensilmente come se avessi un debito con te stesso, fai questa esperienza e vedrai che pian piano inizierai a correggere la tua visione del mondo, apprezzerai l’importanza della costruzione di un patrimonio finalizzato alla realizzazione di  un tuo sogno.

“Il tuo dovere reale è preservare il tuo sogno” (Amedeo Modigliani)

La libertà è un processo non un’idea statica, è il tentativo continuo di realizzare i propri desideri, la propria indole.

In questo processo di ricerca le esperienze della procrastinazione e della rata intelligente sono un modo per dare il giusto valore ai nostri soldi trasformando il denaro da fine a mezzo nel tentativo di realizzare i nostri reali obiettivi di vita e sentirsi felici, finalmente liberi di essere felici.

 

Cristofaro Capuano 

(Financial coach)

 

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