freccia arancio

 

"Le cose più importanti nella vita delle persone sono i loro sogni e le loro speranze,

ciò che hanno realizzato e pure quello che hanno perduto"

 

Memorie

ZIA TETÈ

 

Era piccola, silenziosa e umile ma  aveva forse più di tutti assorbito lo spirito che animava il gruppo de La Scaletta: stare insieme come fanno in ogni luogo i giovani,  ma insieme per divertirsi con il teatro, con lo sport, con la storia; insomma con la cultura di un territorio.

La piccola, grande Teresa aveva da subito accolto nella sua vita questo messaggio, ma aveva dentro di sé qualcosa di più: una innata forza morale che faceva pensare alla caritas della lettera di San Paolo. Quando si legge quel testo si percorre tutta intera la via scelta da Teresa. Noi quel testo lo abbiamo letto e recitato nell'ultimo lavoro teatrale di Nicola Manzari "Il Miracolo" ,  che fu l'incipit de La Scaletta.

Teresa ha amato con forza senza strepiti specialmente nel gruppo, tra i giovani e poi nella scuola con i piccoli e con i grandi.  Ha seminato amore dovunque. I giovani confidenzialmente la chiamavano “Zia Tetè” , e questo sarà il titolo di un volume che Ezia Schiavone, sta curando e che raccoglierà le testimonianze di una vita.

Come anteprima mi piace, allora, pubblicare sui Quaderni del Circolo una breve novella scritta da Teresa. Le altre sue composizioni, sempre piene di serenità e grande fantasia, le leggeremo tra qualche mese nel volume di cui vi ho fatto cenno.

 

Michele De Ruggieri
(Socio fondatore del Circolo La Scaletta)

 

 

Il villaggio di pietra

 

In un angolo di cielo, in un altopiano della Murgia Timone i bambini giocano e si rincorrono. Cosa cercano? Il villaggio neolitico, i buchi delle capanne di ottomila anni addietro, gli ingressi di protezione posizionati ad occidente ed oriente,i fossati, le tombe, le vasche di decantazione,…

Finalmente li trovano e la loro felicità è palese sui loro volti. Poi si siedono sulla spianata dell'antico villaggio e si riposano per la lunga corsa. Laura dice: «Chissà che fiabe si raccontavano in quei tempi …». E allora una voce misteriosa cominciò: «C'era una volta, tanti anni fa, una bambina …».

«Com'era ?» domanda Francesca: «Era come te, bella e carina …».

Lilia interviene: «che Barbie aveva?» Leonardo, brillante ed ingegnoso, risponde: «aveva una Barbie con la barba ed i peli … come la sua padroncina …». 

Laura lo interrompe: «ma hai sentito cosa ha detto la voce misteriosa ? La bambina era bella e carina …».

«Sì», risponde Leonardo, «ma la voce misteriosa racconta una favola, io invece mi documento sui libri di storia e di scienza».     

La voce misteriosa ricominciò e i bambini zittirono.

«La bambina bella e carina si avviava, come ogni mattina, nel bosco per giocare. Il profumo delle erbe la inebriava e i piccoli fiori rosa pallido, azzurro, viola, rosso, celeste facevano da tappeto al suo passaggio. Colse un asfodelo e lo guardò. Era bellissimo. Poi sedette sull'erba e cominciò a giocare con i sassolini. Dopo poco arrivarono altri bambini e con i sassi più grossi cominciarono a costruire delle capanne. La bambina si unì a loro e con i rami intrecciati copriva le piccole costruzioni. Intanto gli uomini del villaggio  tornavano dalla caccia. Erano stanchi ma soddisfatti per aver procurato cibo e pelli per le loro famiglie. Si fermarono a guardare meravigliati il villaggio costruito dai loro figli ed uno di loro commentò: "Chissà come giocheranno i bambini nel 2001 ? ". 
Il vecchio saggio indovino rispose :" Anche loro costruiranno casette con  i sassi e rami, ma avranno un giocattolo chiamato computer …" Cos'è” , chiese il capo del villaggio. Il vecchio rispose:" È un mezzo che richiede un gioco di abilità  ma senza fantasia. Si gioca in un luogo chiuso stando seduti e gli occhi si affaticano".

“Poveri bambini”, esclamò la vecchia del villaggio, “vivranno senza movimento, chiusi in uno stanzino. Sono fortunati i nostri che vivono all'aria  aperta, pulita senza inquinamento”.

Passarono i giorni ed i bambini costruirono tanti villaggi. La notizia si sparse nella valle e tutte le varie tribù  salivano a Murgia Timone per vedere la mostra dei loro piccoli capolavori.

Fu così che le tribù familiarizzarono e non si contesero più i territori formando una comunità».

La voce misteriosa zittì.  I bambini erano affascinati dal racconto. Si alzarono e cominciarono a cercare anche loro dei sassi. Mauro, da futuro architetto, soprintendeva con la sua competenza a tutti i passaggi delle costruzioni.  Leonardo era addetto a creare spazi per i parchi. Francesca con le sue manine operose intrecciava i rami per la copertura delle capanne. Laura cercava le pietre adatte per le varie soluzioni di chiusura. Lilia, discendente da una famiglia di artisti, dava consigli estetici. La piccola Camilla, amante della natura come il suo papà, coglieva piccoli fiori e piccole bacche e abbelliva i viali.
In poco tempo anche i bambini del 2001 avevano costruito un villaggio di 8.000 anni fa, usando solo dei poveri sassi dimenticando per un pomeriggio i giochi sofisticati della tecnologia più avanzata.

In quell'incanto il suono di un clacson giunse inopportuno.

Era il  tramonto e bisognava rientrare a Matera.
I bambini obbedienti diedero ancora uno sguardo al loro capolavoro e ridiscesero la collina verso la macchina che li avrebbe condotti a casa. Erano un po’ tristi di lasciare alle loro spalle la "Grande Murgia", ma nel loro cuore e nella loro mente rimaneva impresso un pomeriggio fantastico fatto di giochi, di storia e di magia.



Teresa De Ruggieri
(da tutti conosciuta come Zia Tetè)

 

freccia arancio Torna a Rubriche

 

 

Social

facebook     instagram     youtube

newsletter

 

Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere le notizie dal Circolo "La Scaletta" sulla tua posta elettronica.