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"La parola è un luogo, lo spazio che occupa nella realtà
per stare al mondo"

 

Democrazia e futuro

I seminari di formazione de “La Scaletta”

per una rinnovata cultura pubblica e civile

 

Siamo a un passaggio d’epoca: le conseguenze della Grande recessione del 2008 e della pandemia del 2020/21 hanno concorso a delineare scenari finora inediti.
A questi due importanti processi se ne deve aggiungere un terzo, che aveva iniziato a manifestare i suoi effetti già prima: la rivoluzione digitale, con tutto ciò che si stava portando dietro, a cominciare, da un lato, dalla rapida affermazione dei social media come strumenti di comunicazione di massa e, dall’altro, dalla crescente diffusione delle applicazioni di intelligenza artificiale a diversi campi dell’attività umana. In questo quadro assai complesso, risulta sempre più evidente come sia ormai necessario un aggiornamento delle nostre competenze. I frame interpretativi di cui disponiamo per comprendere e spiegare i fenomeni che accadono nel mondo circostante sono infatti messi a dura prova da eventi le cui caratteristiche faticano ad essere ricomprese negli schemi tradizionali del passato.

La grande recessione del 2008 ci ha aperto gli occhi di fronte a una globalizzazione della quale non si erano adeguatamente compresi i costi, non solo per i gruppi sociali economicamente più deboli e culturalmente più marginali, ma anche per la parte centrale delle società occidentali, il cosiddetto ceto medio. Il terrorismo fondamentalista di matrice religiosa si è manifestato con ferocia e violenza in molti paesi europei, a cominciare dalla Francia e dalla Germania, e nel frattempo una falange armata che si ispirava a quello stesso fondamentalismo prendeva manu militari il controllo di ampie aree del Medio oriente, che dopo il crollo del regime di Saddam Hussein era divenuto una pericolosa polveriera.
Le rivoluzioni arabe avevano fatto ben sperare rispetto alla possibilità di un approdo alla democrazia dei Paesi che ne erano stati protagonisti, viceversa nella maggior parte di tali Paesi l’inattesa affermazione di partiti fondamentalisti che, ritrovandosi al potere, producevano un’escalation di tensioni e conflitti, finiva col far rimpiangere i regimi autoritari che li avevano preceduti.

 La consapevolezza di trovarsi a un passaggio d’epoca era peraltro già presente, almeno fra gli studiosi più avvertiti di diversi campi disciplinari, prima della Grande recessione e della pandemia. In particolare nelle scienze umane e sociali, dove negli ultimi due decenni si sono sia sperimentati avanzamenti dovuti alla crescente contaminazione con le scienze matematiche, fisiche e naturali, sia manifestati eventi e fenomeni che hanno minato le capacità interpretative ed esplicative delle teorie di cui possiamo disporre.
Già l’imprevedibilità del crollo del Muro di Berlino aveva messo a dura prova sociologi, economisti e scienziati politici. In anni più recenti, queste difficoltà si sono ulteriormente accresciute. Nessuno è stato in grado di prevedere l’affermazione dapprima in gran parte del continente europeo, poi nella vecchia e solida Inghilterra e infine oltreoceano, negli Stati Uniti, di movimenti e partiti populisti, sovranisti e suprematisti. Così come nessuno aveva previsto la “Brexit”.

La stessa crisi economica del 2008, dopo la bolla speculativa di inizio anni Duemila, non è stata anticipata dagli economisti. E gli studiosi di comunicazione ci hanno messo un po’ di tempo a comprendere la portata epocale dell’avvento dei social media.

E mentre il mondo andava cambiando secondo coordinate del tutto inedite, si è assistito anche a un progressivo diffondersi di modelli matematici e statistici che se da principio, nelle scienze sociali, erano appannaggio pressoché esclusivo dell’economia, sono via via diventati patrimonio comune anche di altre discipline, quali sociologia, scienza politica, psicologia, antropologia culturale. Strumenti che, dai modelli statistici complessi fino ai più recenti algoritmi di intelligenza artificiale, diventavano sempre più potenti in termini di elaborazione dati, aspirando al tempo stesso a migliorare la loro capacità predittiva.
E ciò rappresentava una concreta opportunità per organizzare e conoscere in maniera profonda ampi insiemi di dati, utilizzando modelli che fino a poco tempo prima erano a esclusivo appannaggio di alcune scienze fisico-naturali (come la fisica, la genetica e l’astronomia) e che, una volta entrati a far parte anche del bagaglio di metodologie e tecniche a disposizione delle scienze sociali, hanno permesso la creazione di modelli per la costruzione delle politiche pubbliche e per il governo delle scelte collettive sempre più accurati e complessi.

 Con questo quadro di riferimento sullo sfondo, il ciclo di seminari formativi organizzato dal Circolo culturale “La Scaletta” si propone proprio di aggiornare la cassetta degli attrezzi necessaria per la discussione e la decisione pubblica. Nella consapevolezza che campi, temi, argomenti, metodi e approcci che concorrono alla definizione delle politiche pubbliche oggi richiedano competenze di frontiera, in grado di affrontare le sfide del futuro con competenza, capacità e responsabilità.
La finestra di opportunità che si apre in questo scorcio di secolo, in questo fondamentale passaggio d’epoca, propone condizioni eccezionali. Il Piano di rinascita e resilienza,
il cosiddetto Recovery Fund,  con cui l’Unione Europea ha inteso ripartire dopo il dramma della pandemia, e lo stesso processo di integrazione europea che richiede di essere aggiornato per meglio affrontare le nuove sfide di un mondo globalizzato segnato dalla fine del Washington consensus e della libera e incontrollata circolazione dei capitali che aveva ispirato la globalizzazione economica fino alla Grande recessione del 2008, richiedono nuove forme di governance multi-livello.
La stessa ripresa del Mezzogiorno, nella quale Matera e la Basilicata dovranno avere un nuovo ruolo da protagoniste, impone un radicale cambio di mentalità e l’adozione di nuove logiche nella gestione della cosa pubblica, per scongiurare il ripetersi degli errori del passato, che peraltro nella nuova situazione potrebbero risultare quanto mai fatali.

 È per questo che “La Scaletta” ha deciso di avviare questo percorso di formazione biennale, mettendolo a disposizione sia dei gruppi dirigenti locali, del mondo pubblico e privato, sia dei giovani che intendano dotarsi di una rinnovata cultura pubblica e civile, per un impegno futuro che risulterà importante per la ripresa del Mezzogiorno e del Paese. La realizzazione di corsi per la formazione alla politica dei giovani non è senz’altro una cosa nuova.
Molte positive esperienze del più recente passato, organizzate da singoli partiti politici, orfani delle scuole di partito ma consapevoli della necessità di fornire delle basi culturali agli iscritti delle nuove generazioni, hanno dimostrato quanto sia importante tornare a investire sulla formazione politica. Il mondo degli adulti, cioè di coloro che a vario titolo sono già impegnati nelle organizzazioni pubbliche o private o nelle istituzioni, che fin dai prossimi mesi opereranno per concretizzare i progetti di rilancio sostenuti dall’Unione Europea e decisi dal governo nazionale e regionale, può invece trovare nell’esperienza che stiamo avviando a Matera un’occasione importante quanto singolare.  

Non credo siano molte le esperienze di questo tipo, anche perché la formazione richiede agli adulti uno sforzo aggiuntivo, che di solito si è disposti a sostenere esclusivamente nel proprio ambiente organizzativo di lavoro.
Umiltà, voglia di rimettersi in discussione e curiosità verso il cambiamento sono gli ingredienti fondamentali di una partecipazione attiva di persone adulte a percorsi di formazione. E possiamo a ragion veduta ritenere si tratti di risorse scarse, soprattutto in una realtà politica come quella italiana in cui l’opinione pubblica, dopo aver decretato l’irrilevanza delle competenze per l’esercizio efficace della rappresentanza e del governo, sta sempre più riscoprendo l’importanza di conoscere per deliberare.

Il singolare percorso formativo che abbiamo costruito per giovani e adulti con questo ciclo di seminari vuole essere anche un’opportunità per un dialogo fra generazioni diverse, fra chi sta ancora studiando ma, a breve, si affaccerà alla vita lavorativa e chi già riveste incarichi di responsabilità all’interno di organizzazioni o istituzioni pubbliche e private. Un dialogo che è anche una storia di persone nel tempo, e che rimanda a un tratto distintivo di una realtà come Matera, ossia una città che nell’arco di cinquant’anni, grazie al trasmettersi di generazione in generazione della volontà di riscatto sociale della sua gente, ha subito una straordinaria metamorfosi da “vergogna nazionale” a “Capitale europea della cultura”. E il legame che in questo modo intendiamo costruire fra giovani e adulti rappresenta, nelle nostre aspettative, un passaggio di testimone ideale, che ci auguriamo continuerà ad alimentare la crescita della città, e per suo tramite dell’intera Basilicata, attraverso il tempo e le generazioni.

 “Democrazia e Futuro” è il titolo che abbiamo dato al nostro ciclo di seminari: mettendo insieme due parole che sintetizzano bene il senso di questa attività. Nel concetto di democrazia, non a caso il tema affrontato nell’incontro inaugurale con il Prof. Gianfranco Pasquino, si trova il cuore della nostra prospettiva. Vogliamo occuparci di formazione politica non dal punto di vista di questa o quella forza politica. Ma mettendo al centro la “cosa pubblica”, così come si fa nelle grandi università nordamericane dove esistono veri e propri corsi di laurea per la formazione all’attività politica (e non semplicemente di Scienze politiche). Si parlerà perciò di politica come insieme di questioni pubblicamente rilevanti, per la discussione, la comprensione e la decisione delle quali occorre anzitutto essere adeguatamente informati e attrezzati.
Nel rispetto di tutti gli orientamenti politici ma prima di tutto attraverso la profonda conoscenza di argomenti e problemi. Nell’idea di futuro si ritrova invece la nostra ambizione di guardare avanti, alle sfide che attendono il nostro Paese e il Mezzogiorno, in un mondo in continua trasformazione, che oggi come mai accaduto in passato richiede una particolare capacità di comprendere al meglio dati e informazioni, ovvero la realtà delle decisioni inerenti le politiche pubbliche prima ancora che tali decisioni vengano prese in base ai principi e ai valori di riferimento per questa o quella parte politica.

 La rinascita dopo la pandemia, il rinnovamento del processo di integrazione europea e un nuovo percorso di sviluppo per il Sud, per Matera e la Basilicata, sono le tre stelle polari che terremo in considerazione durante ciascuno dei moduli formativi, costituendone l’imprescindibile orizzonte di riferimento. In primo luogo, gli scenari che, sul piano nazionale e internazionale, si imporranno negli anni a venire, una volta che l’emergenza pandemica sarà superata, non possono che essere il punto di partenza dei nostri approfondimenti. Il Covid-19 ha cambiato il mondo, che resta un mondo globalizzato ma con caratteristiche diverse da com’era in precedenza: le forme di organizzazione del lavoro, della produzione economica e culturale, della mobilità e della vita sociale hanno mostrato possibilità che fino a ieri erano sconosciute, i cui aspetti positivi dovremo conservare e valorizzare anche una volta che l’emergenza pandemica sarà finita. 
In secondo luogo, il consolidamento del processo di integrazione dell’Unione Europea, come orizzonte privilegiato per la collocazione del nostro Paese nello scenario globale.
Un orizzonte che per noi, come per gli altri Stati membri dell’Unione, è irrinunciabile, perché è l’unico orizzonte possibile di crescita e sviluppo del vecchio continente nel panorama internazionale.
Un’Europa che grazie alle scelte sul Recovery Fund, in quanto primo vero strumento di politica fiscale a livello comunitario, sta finalmente intraprendendo quella strada verso una compiuta dimensione politica e sociale senza la quale non avrebbe motivo di esistere. In terzo luogo, l’avvio di una nuova stagione per il Mezzogiorno, e per Matera e la Basilicata in particolare, a partire da un’adeguata ed efficace messa a frutto delle risorse che saranno disponibili nell’ambito del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, fra i cui assi strategici fondamentali vi è proprio il riequilibrio territoriale e la neutralizzazione del divario fra Nord e Sud del Paese.

Nei prossimi numeri dei “Quaderni de La Scaletta” torneremo sui diversi temi che, di volta in volta, accompagneranno la nostra riflessione, scanditi dalla successione dei week end che vedranno protagonisti importanti interlocutori del mondo della cultura, della politica, dell’economia e della comunicazione.
L’auspicio è che questi momenti contribuiscano alla costruzione di una nuova cassetta degli attrezzi per le sfide che ci attendono, favorendo al tempo stesso l’affermazione di una rinnovata cultura pubblica che, al di là delle appartenenze politiche, venga riconosciuta essere parte fondamentale del bagaglio personale di chi intende la politica come azione responsabile verso la collettività.



Luciano Fasano
(Professore e Coordinatore Scientifico per

 il Circolo culturale “La Scaletta” 

del Progetto “Democrazia e Futuro”)

 

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